Trattenimento in un giardino d’Albaro

Olio su tela, 86,3 × 198
Genova, Musei di Strada Nuova – Palazzo Bianco, inv. 81
1745-1749 c.

Considerato il testamento artistico di Magnasco, questo capolavoro fu eseguito a Genova, in seguito al ritorno definitivo dell’artista nel 1733. Fu dipinto su commissione di una famiglia dell’aristocrazia genovese, i Saluzzo, come si può dedurre dal panorama che è possible ammirare da una delle loro ville, detta Il Paradiso, ancor oggi visibile ad Albaro.
L’artista raffigura fedelmente il vasto paesaggio e non resiste all’autocitazione, introducendo la figura di un pittore che dipinge in primo piano a sinistra. Lo sviluppo in forma di fregio offre una visione idilliaca di un’aristocrazia interamente votata all’edonismo: chi gioca a carte, chi discute amabilmente, chi passeggia, chi si ristora sotto le mura della villa. Concependo i personaggi con un tratto fugace, in un tono intimo e familiare, Magnasco raggiunge qui un brio ineguagliato grazie alla varietà delle posture e dei costumi, religiosi o laici, sontuosi nei blu e nel giallo dell’abito della principale figura femminile.
Sebbene sia noto come egli apprezzasse la collaborazione di vari paesaggisti allorché lavorava a Firenze o a Milano, questo Trattenimento va attribuito nella sua totalità alla mano dell’artista, che quasi ottuagenario lascia alla posterità quello che diverrà il suo dipinto più conosciuto e ammirato.